Da molto tempo ormai i media ci parlano del delitto di Cogne e ci
propongono il dilemma "colpevole o innocente?" a carico della madre
di Samuele.
Come sapete e' stata eseguita una perizia psichiatrica che ha dichiarato
la signora "capace di intendere e di volere".
Mi ha invece colpito molto che si parli poco o per niente di quella
che puo' essere la soluzione del problema, forse la piu' probabile:
esiste una patologia chiamata "amnesia dissociativa selettiva" che
consiste nell'incapacita' di ricordare alcuni specifici eventi
successivi ad un episodio traumatico.
Inoltre esiste un'altra patologia, talora associata alla precedente,
chiamata "sindrome di Munchausen", che colpisce le madri ossessionate
dalla eccessiva cura dei figli.
Mi sono un po' documentato, e dalla perizia sulla sig.ra Lorenzi
emerge che lei era una persona esageratamente dedita alla cura
della famiglia e dei figli, tanto che stava cercando di uscire da
questa spirale, per riprendere una normale vita di relazione.
Inoltre ho trovato che sono documentati molti casi di persone che
rifiutano di riconoscersi quali autori di un omicidio certamente
compiuto da loro, anche a distanza di anni. Questa certezza tuttavia
tende ad affievolirsi, con il risultato che il soggetto in questione
quasi immancabilmente tenta il suicidio.
In contesti come questo, che senso ha la categoria giuridica della
capacita' / incapacita' di intendere e di volere?
Come determinarla in soggetti affetti da amnesia di questo tipo?
E poi, ha davvero senso?
Questi soggetti dicono "sono innocente", e non mentono...
Come valutare la capacita' durante un periodo della loro vita che
essi hanno rimosso?
L'ipnosi regressiva potrebbe aiutare?
Io non ho mai sentito parlare di queste cose nei giornali e alla
televisione, voi si?
Comunque, che ne pensate?
[Modificato da MAGUS ALTAIR 17/11/2004 9.57]
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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.