Più che di termini del dialogo io ritengo sia più corretto parlare delle ragioni che ci spingono al dialogo. Se parliamo con gli altri perchè ci crediamo nel giusto e vogliamo che anche gli altri la pensino come noi, allora è questa impostazione ad essere la madre di tutte le polemiche sterili e dell'autocelebrazione fine a se stessa (che cosa intendi precisamente con autocelebrazione? Ostentare per mettersi in mostra di fronte agli altri?)
Per il resto mi trovo d'accordo, anche se è un discorso con i suoi limiti. Nella fattispecie il problema è inanzitutto che il singolo, per arrivare ad un opinione su qualcosa, solitamente si basa sulla propria esperienza personale e sulle sue conclusioni; quando difende animosamente la propria opinione è come se volesse difendere il lavoro fatto sino a quel momento, che magari un apparente superficialità altrui sembra ignorare.
Il discorso comunque, con fini costruttivi, dovrebbe essere votato al raggiungimento di una qualche verità (o perlomeno di una forma di accordo fra i partecipanti) e questo non può che basarsi sull'oggettività e sulla ragione. Non dobbiamo difendere a tutti i costi ciò che siamo, ma lavorare per il nostro divenire.
Fa piacere risentirti, Hiram
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In Veritate Libertas